Roberto Carlocchia è nato a Potenza Picena e, a Macerata, ha iniziato il suo percorso formativo, nel 1973, presso l’Accademia di Belle Arti frequentando il corso di pittura. Attualmente è in esposizione presso la galleria d’arte contemporanea “1758 Venice Art Studio” con alcuni pezzi della sua serie Conservarti e alcuni suoi Oli su tela.
L’artista crea opere d’arte usando un approccio fantasioso e al contempo concettuale, cercando di dare vita a qualcosa che faccia sognare, emozionare ma anche riflettere. Inoltre, Carlocchia ci tiene a condividere un’arte libera da argomenti malinconici, fatta di segni e disegni dove il colore diventa un vero e proprio veicolo per messaggi di libertà e sentimenti positivi. L’artista ha deciso di condividere con noi alcuni lati della sua carriera, per farci conoscere e comprendere al meglio le sue opere.
Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a fare l’artista?
“Se è vero che nella quotidianità c’è sempre un sogno che ci accompagna, segni, sogni e disegni sono stati da sempre il mio pane artistico quotidiano. Fin dagli anni ’70 sono state le effettive ragioni che mi hanno spinto a fare dell’arte la vera passione della mia vita.”
Quando è entrato nel mondo dell’arte?
“Dalla fine degli anni ‘70 fino al primo decennio del nuovo millennio, alla passione per l’arte e la pittura affianco il lavoro di graphic designer, con esperienze nelle tecniche di stampa e nella comunicazione pubblicitaria.
Ho lavorato per molti anni nella grafica e nella comunicazione, ma sentivo che lì non avrei potuto esprimere la mia vena più artistica, se non in piccola parte. Infatti, in quest’ultimo decennio ho ripreso a dipingere e creare liberamente diventando quello che volevo essere, senza condizionamenti e compromessi.
Negli ultimi anni mi sono dedicato con successo in mostre personali e collettive presso note gallerie e prestigiosi spazi museali, nazionali ed internazionali, l’arte mi ha messo sulla strada della gioia e della scoperta di me stesso.”
Dove ricerca l’ispirazione per creare le sue opere?
“Come artista amo realizzare opere con un approccio fantasioso e al contempo concettuale, cercando di dare vita a qualcosa che faccia sognare, emozionare ma anche riflettere. Ad ispirarmi è la quotidianità con le emozioni del momento, dal suo vocabolario visivo mi piace raffigurare le cose in modo diverso, alterno il conosciuto con l’immaginario, dipingo mondi e scenari surreali giocando con la metafisica e la fantasia.
Oltre a saper disegnare, dipingere, abbinare colori e fare un bel quadro, fare arte per me significa liberare la mente attraverso un’idea e un linguaggio sempre nuovi, capaci di trasmettere emozioni e messaggi precisi usando principalmente la pittura ad olio, alternata a tecniche digitali e altre divagazioni pop e dadaiste.”
C’è un’opera che ritiene più importante per lei? Perchè?
“Non c’è una vera opera importante e fondamentale tra le mie realizzazioni. L’arte è la mia passione e se le mie opere portano alle persone un po’ di gioia e felicità allora sarà anche questo il mio vero e più importante successo.”
Considerando la sua carriera artistica, ha sempre mantenuto uno stile artistico lineare oppure ha avuto variazioni stilistiche? Ci sono state variazioni? a cosa sono dovute?
“Nei miei quadri convogliano per lo più miraggi e metaforiche visioni a metà tra fantasia e realtà, dove il mondo attuale è visualizzato con ottiche surreali ed innovative, accomunate da una ricerca figurativa tendente spesso ad una sfera più concettuale. Da sempre stile e ideazione, nei soggetti delle mie opere, mantengono viva la curiosità e la voglia d’immaginare il mondo con ottiche diverse, volutamente surreali e innovative, dove il colore diventa veicolo primario per messaggi di libertà e sentimenti positivi.”
Che cosa si aspetta dal suo lavoro artistico?
“Che mi faccia sentire parte di qualcosa, con la possibilità di condividere le mie esperienze e la mia creatività sia con altri artisti che con un pubblico interessato e di poter così conoscere le complessità delle loro emozioni.”
Come è nata l’idea di utilizzare dei vasetti di conserva come contenitori e dunque, come parte integrante delle sue opere?
““LE CONSERVARTI” è un inedito progetto di installazioni dove i classici manichini accademici in legno sono personalizzati e dipinti a mano con immagini assunte dalle opere di artisti protagonisti nella storia dell’arte. Con il loro inserimento nei contenitori in vetro impiegati per conservare i cibi, si fa così riferimento all’idea di “nutrirsi metaforicamente d’arte” mantenendo ideologicamente l’espressione artistica nel tempo in un intervento che ci rimanda al “ready made” di stampo dadaista e surrealista.”
Secondo quale criterio sceglie gli artisti a cui ispirarsi per realizzare le ConservArti?
“Voglio qui esprimere ideologicamente il concetto di conservazione del lavoro e dell’espressione artistica nel tempo come artefatti liberamente astratti e ispirati al lavoro di artisti che hanno fatto la storia dell’arte dal Novecento ad oggi come Magritte, Matisse, Mondrian, Mirò, Banksy, Pollock, Klimt, Kandinsky, Rousseau e Haring.”
Perché ha scelto di riprodurre quadri famosi su dei manichini in legno?
“La scelta di realizzare Le Conservarti su dei manichini deriva dalla loro presenza comune e diffusa all’interno degli atelier degli artisti ed è dedicata a chi ama i “ready-made” dell’arte nelle forme più originali.”
Per le sue opere olio su tela, invece, a cosa si ispira? C’è una storia che vuole raccontare o un messaggio in particolare che vuole trasmettere?
“Le mie opere olio su tela, allegre e spensierate, sono animate da profonde riflessioni filosofiche. I concetti e le idee espresse pervadono così il risultato percettivo a cui si ispira l’opera stessa. Tutto è governato da un automatismo psichico: i pensieri prendono forma, attraversano l’inconscio ed i sogni, si liberano facendo emergere un universo in cui le immagini, senza freni inibitori, si uniscono insieme per dare origine a un racconto surreale, al di fuori di una storia che si vuole raccontare e di un tipo di messaggio chi vuole trasmettere.”
Nelle sue opere su tela, quali soggetti preferisce rappresentare?
“I miei soggetti rappresentano, per lo più, immagini nitide e reali estrapolate dalla quotidianità che, accostate a visioni e situazioni appartenenti al mondo dell’inconscio, creano composizioni inconsuete e utopistiche. Infatti, il mio sogno è un’arte, libera da argomenti malinconici, fatta di segni e disegni dove il colore diviene veicolo primario per messaggi di libertà e sentimenti positivi. Una rinascita strettamente legata al concetto di ecologia e al rispetto per il mondo in cui viviamo ciò si armonizza in un racconto tra il metaforico e il surreale, pronto a generare sempre storie di ordinarie utopie.”
Con quali materiali preferisce lavorare?
“Oggi la mia creatività non si ferma esclusivamente alle tele dipinte a olio, ma si spinge anche oltre attraverso l’impiego di nuovi materiali, come in interventi creativi che ci rimandano al “ready made” di stampo dadaista.”
Roberto Carlocchia trasporta su tela le sue “utopie”, manifestando una creatività surrealista che trae origine dalla realtà vissuta e dall’inconscio, permeata da visioni filosofiche e concettuali in cui il colore veicola verso infinite possibilità.