Alessio Pistilli, pittore, scultore e musicista romano, è in esposizione con la serie “iRenaissance“, presso la galleria d’arte contemporanea “1758 Venice Art Studio”. La sua passione per l’arte, nata in tenera età, l’ha condotto a percorsi accademici che lo hanno portato a fare della sua stessa predilezione un lavoro. Lo studio da lui aperto è un luogo di sperimentazione poliedrica. Durante la sua carriera artistica ha partecipato a innumerevoli esposizioni personali e collettive, affiancandosi ad artisti affermati, ospite di importanti mostre in tutta Europa e in particolar modo nel Regno Unito.
Dal 2017, Pistilli lavora al progetto ‘iRenaissance‘: una serie di opere realizzate con la tecnica dell’olio su tela, in costante evoluzione.
Questa ricerca indaga il tema della Bellezza in quanto caratteristica umana imprescindibile nella ricerca artistica rinascimentale, contrapposta alla bellezza del XXI secolo: la tecnologia.
In occasione dell’esposizione della Collezione Permanente 2023 visitabile fino a giugno 2023, abbiamo avuto l’occasione di intervistare l’artista che ha deciso di condividere con noi alcune curiosità sulla sua carriera e su alcune delle sue opere, raccontandoci i messaggi che desidera trasmettere al pubblico.
Quali sono le ragioni/motivazioni che l’hanno spinta a fare l’artista?
“Le ragioni, le motivazioni che mi hanno spinto a fare l’artista, o meglio “a fare arte”, sono state dapprima la semplice felicità, o quantomeno serenità verso quelli che considero i fondamenti dell’arte, e cioè l’immaginazione e la creazione. Successivamente ha fatto capolino la “libertà”, quel senso di leggerezza misto a felicità che continuo a vedere soltanto attraverso la libertà di sentirsi se stessi… sempre e comunque! Sentirmi in equilibrio con tutto ciò che mi circonda, sentirmi completamente me stesso. Basi che poi sono diventate la consapevole ricerca di una libera espressione dei miei sentimenti e delle mie emozioni rinnovandomi attraverso lo studio, l’osservazione e, spero, il coraggio di mettermi ancora in discussione. Non vi è libertà senza il duro lavoro della conoscenza e perseveranza”.
Leonardo Da Vinci diceva: “Non chi comincia ma quel che persevera”.
Quando è entrato nel mondo dell’arte?
“Fin dalla tenera età mi esprimevo con giochi creativi comunicando soprattutto col disegno e con la modellazione del pongo. Il mio percorso si è fatto chiaro nelle scuole statali dove ho sperimentato i primi lavori artistici di gruppo, tra mostre scolastiche e qualche premio vinto, per poi intensificarsi attraverso il Liceo Artistico Statale di Latina e una laurea in Scienze Storico-Artistiche presso “La Sapienza” di Roma. Studi che mi hanno portato puntare tutto sulla mia espressione e ad aprire un piccolo studio con piccola libreria annessa, dove lavoro quotidianamente ai miei progetti che ruotano ancora intorno ai miei stati d’animo e alle mie emozioni”.
Dove ricerca l’ispirazione per creare le sue opere?
“Attualmente con iRenaissance, un concept nato tra il 2017 e il 2018, cerco ispirazione nell’epoca che ha segnato e che continua a segnare l’arte contemporanea: il Rinascimento. Ma ho anche la fortuna di arricchire il percorso di questa ispirazione attraverso lo studio di tutta la produzione post-rinascimentale, così da avere
uno spettro più ampio, sperimentando ed ampliando la mia creatività”.
C’è un’opera che ritiene più importante? Perchè?
“Come dico sempre per l’ambito musicale, la mia opera più importante sarà la prossima che realizzerò. Questo perché mi porta a non guardare indietro, a non fermarmi ed accontentarmi. Credo fortemente che la proiezione per una nuova sfida e il rinnovamento delle proprie idee siano la base del mio sentire e, quindi, della mia creatività.”
Considerando la sua carriera artistica, ha sempre mantenuto uno stile lineare oppure hai avuto variazioni stilistiche? Se ci sono state, a cosa sono dovute?
“Generalmente ho sempre avuto una propensione per l’arte figurativa, ma gli studi liceali poi quelli universitari hanno ampliato i miei riferimenti accogliendo ogni tipo di stile. In termini di creazione artistica cerco di ascoltare l’idea: è questa a suggerirmi la tecnica, lo stile più appropriato per esprimerla al meglio. Devo solo farmi trovare pronto! Ad esempio, il concept che ha preceduto iRenaissance ha richiesto un approccio più concettuale e meno figurativo. In “En to Pan”, il mio precedente lavoro, ho dipinto con una tecnica più libera e meno realista: uno stile più crudo, scarno, proprio perché l’idea alla base lo aveva richiesto. Per iRenaissance avrei potuto utilizzare stili diversi rispetto a quello realista, ma mi è sembrato quello più idoneo e centrato per rappresentare al meglio il messaggio. E
questo è successo nonostante io non avessi mai dipinto a olio con la tecnica realista! Forse qualcuno stenta a crederlo ma, per iRenaissance, sono completamente autodidatta: ogni giorno che lavoro non ho certezza di come sarà il risultato finale. Può sembrare una follia, ma vi posso assicurare di poter trovare dietro ogni mia opera tutto me stesso, tutte le mie paure, insicurezze, lacrime, sudore e gioia. Proprio per questo definisco iRenaissance un “viaggio” non solo temporale, ma anche e soprattutto spirituale, emozionale”.
Qual è il messaggio che vuole comunicare al pubblico con la serie iRenaissance?
“iRenaissance ha l’intento di valorizzare ed esaltare il concetto di Bellezza portandoci a riflettere sulle potenzialità che la tecnologia ha e può avere nella nostra vita, se utilizzata con un certo criterio. Gli obiettivi in termini di creazione e produzione vertono sulla sfera emozionale dell’uomo. La continua ricerca di composizioni, ritratti e allegorie che dialogano tra passato e presente, cercano di dare nuovi spunti artistici per un futuro più sensibile ai rapporti umani. Sia i personaggi che i prodotti tecnologici hanno un equilibrio fatto di dipendenze e correlazioni. Come ad esempio con la AI (Intelligenza Artificiale), siamo sempre più propensi a vivere con e attraverso la tecnologia, quest’ultima non può prescindere dalle informazioni, i dati che l’uomo deve inserire per far si che funzioni.
Quindi si crea una duplice dipendenza, o più semplicemente, un reciproco bisogno.
L’immagine e il prodotto tecnologico sono messi sullo stesso piano dove, a fare la differenza, resta un contesto storico ormai lontano da noi. Ho semplicemente pensato che attraverso il punto di vista del Rinascimento si potesse aspirare ad un miglioramento della società, soprattutto in termini di rapporti umani.
Una produzione che non si fermerà ai soli ritratti singoli attualmente in esecuzione, ma che sfocerà nella realizzazione di scene di corte e scene religiose, sculture dal sapore classico sempre in stretto rapporto
con la tecnologia attuale, musiche e video come racconto dell’iter creativo e lavorativo. Insomma, l’intenzione sarà quella di ricreare la bottega del Rinascimento, dove l’arte torna ad essere il centro del mondo generando, si spera, una nuova sensibilità.
Per i soggetti delle opere prende ispirazione da altri quadri, personaggi storici?
“Ovviamente il mio punto di riferimento iniziale è il Rinascimento e la sua produzione ma ho anche la fortuna di arricchire questi riferimenti attraverso le interpretazioni da parte di tutti quegli artisti che si sono succeduti fino ai nostri giorni.
E questo mi permette di avere un quadro più ampio per creare le mie idee. Un esempio fresco è la mia tela “The other player”. La scena (è visibile il video sul mio canale youtube)
si ispira chiaramente a “I bari” di Caravaggio del 1594, ma attinge anche ad altre scene come i “Giocatori di carte” di Paul Cezanne del 1892 o i “Cani che giocano a poker” di Cassius Marcellus Coolidge del 1903. Un mix di interpretazioni sul tema che mi permette di trovare la mia personale visione”.
Perché ha scelto il rinascimento e non un altro periodo della storia antica?
“Perché se oggi abbiamo bisogno di “Bellezza”, allora bisogna guardare all’epoca
che più di tutte ha cercato di concretizzare questo concetto in ogni forma espressiva dell’uomo. Come diceva Giorgio Gaber, “abbiamo bisogno di un nuovo rinascimento…”. E allora perché non ripartire da lì contestualizzando quei valori, ampliandoli e arricchendoli per la nostra vita contemporanea?”.
Perché ha deciso di raffigurare nello specifico prodotti Apple?
“Perché tra tutti i brand la Apple è stata la prima azienda a puntare sull’estetica, la Bellezza, appunto, del prodotto e ancora oggi resta il punto di riferimento per avanguardia e ricerca verso una semplificazione e chiarezza dei propri devices. Proprio come dovevano apparire al pubblico le opere del rinascimento. E poi perché utilizzo i prodotti Apple per creare musica e arte: praticamente potrei definirmi tranquillamente un fan della Apple”.
Cosa simboleggia l’immagine messa come sfondo dei prodotti tecnologici raffigurati?
“L’immagine messa come sfondo ai prodotti tecnologici simboleggia il mio logo: il triangolo bianco centrale rappresenta la lettera A (Alessio) mentre l’altro azzurro, insieme al primo, delinea la lettera P (Pistilli).
Il richiamo all’arte è dato dal cerchio aperto dell’Uroburo (simbolo di rigenerazione) fatto con il pennello, mentre quello alla musica è dato dal triangolo azzurro (la P di Pistilli) che richiama quello del Play per avviare il suono. Un logo, un simbolo che uso come firma per questo concept e dove, per alcune tele, entra a far parte della composizione”.
Parlando della sua vita da artista a tutto tondo, c’è correlazione tra le opere che realizza e la musica che crea?
“Ci sono sul mio canale youtube video con composizioni musicali realizzati per
iRenaissance che testimoniano ed arricchiscono questo concept portando
l’osservatore ad immergersi totalmente in questa mia visione. Questa correlazione
tra arte e musica non è costruita o forzata, ma naturale e leggera. Come ho detto in
altre interviste, non c’è opera d’arte che nasca senza l’ascolto della musica, come
non c’è canzone o, nel caso di iRenaissance composizione musicale, che nasca attraverso le immagini. Non è qualcosa che decido, si tratta solo di sentire e dare seguito alle emozioni del momento attraverso un percorso mentale e fisico del tutto spontaneo e naturale. Per esempio, se sto dipingendo e mi viene un’idea musicale (una parte melodica o armonica), poso il pennello, prendo il cellulare e registro (o con la sola voce, o con voce e chitarra) quella che potremmo chiamare un canovaccio su cui sviluppare successivamente l’idea. E così vale anche per l’arte: ci sono momenti in cui mentre compongo o scrivo canzoni l’immagine di un’opera prende forma fermandola subito su un foglio di carta attraverso uno o più bozzetti. Il lavoro certosino di arrangiamento musicale, pittura o scultura, arriva solo dopo quando quelle primordiali idee hanno passato diversi esami con l’ausilio di una buona dose di autocritica e un serrato studio.
Altre volte accade che una Musa ispiri l’altra e viceversa! Un esempio tangibile è una mia tela dal titolo “L’indecisione” da cui successivamente è nata una canzone, parte del mio primo album, dal titolo “L’indeciso”. Insomma, non ci si annoia mai!”.
Fatevi guidare dalle riflessioni di Alessio Pistilli, meditando sul concetto di Bellezza e su quale sia il corretto utilizzo della tecnologia, rivivendo il Rinascimento nelle sue opere presso la galleria 1758 Venice Art Studio situa in Calle del Campaniel 1758 a Venezia.