Intervista all’artista Emmanuela Zavattaro

Emmanuela Zavattaro è un’artista autodidatta di Cuneo che intraprende la sua carriera artistica come arma per contrastare la monotonia a seguito di un incidente avvenuto nel 2014. Da subito partecipa a importanti fiere d’arte e le sue opere vengono esposte in numerose gallerie in Italia e all’estero, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti. Il linguaggio di Zavattaro è composto da colori, luci e movimenti del corpo, diretta espressione della sua costante ricerca interiore come essere donna. Nei suoi ultimi lavori l’artista indaga a fondo il tema della femminilità e di emozioni come l’amore, il rispetto e la fiducia, che superano i confini della materialità del corpo in quanto impossibili da controllare.


Quali sono le ragioni che l’hanno portata ad iniziare un percorso creativo?

“In seguito ad un infortunio sono stata a lungo immobilizzata a letto, questo periodo mi ha casualmente avvicinata alla pittura. Non ho fatto studi specifici e non ero consapevole delle mie capacità. Penso che se non fossi scivolata rovinosamente quel giorno e non mi fossi rotta il legamento non lo avrei mai scoperto”.

Quando è entrata nel mondo dell’arte?

“Nella primavera del 2014 ho iniziato ad esporre al pubblico i miei lavori. La mia prima esposizione risale a marzo 2014, una piccola mostra personale in un locale a Biella. A fine anno un’altra in uno studio di architettura, sempre a Biella. Fin da subito ho ricevuto una risposta dal pubblico molto calorosa che mi ha spinto a proseguire la mia sperimentazione”.

 Da dove parte e come prende vita un suo progetto?

“Ogni progetto parte da una sorta di fulmine che mi colpisce: il più delle volte sto facendo altro, per esempio guidando, e nei miei pensieri, per un attimo, vengo sopraffatta da un’immagine, l’immagine dell’opera finita. Quel momento è un attimo di sospensione in cui tutto si ferma: io sono dentro l’immagine, la sento, sento l’emozione da cui è nata. Un istante. Tutto poi sparisce e torno alla vita normale. Da lì inizia un lungo lavoro, dapprima  cerco subito di fare una bozza di ciò che ho intuito per fermarla su carta, solo quando  sento che sono vicina all’insight che ho avuto provo a crearla su tela”.

C’è un’opera del suo lavoro che ritiene esplicativa della sua produzione artistica? Perché?

“Un’opera in particolare non c’è. Penso che ognuno di noi sia tante cose e io non sono solo una mia opera, sono tutte. Se devo scegliere, ne scelgo una per ogni serie in cui mi sono espressa: (s)Confini, i Corpi di Luce, le Donne di Carta, le donne Geometriche e per ultima Si@L.O“.

Quando per lei un’opera è riuscita? 

“Raramente sento che un’opera mi è riuscita. Fondamentalmente cerco di rendere concreto un insight, una sorta di visione e questo mi porta, il 95% delle volte, ad essere insoddisfatta delle mie creazioni in quanto non sono riuscita a rappresentare l’idea iniziale. Questo mi spinge a riprovarci e a rimettermi in gioco”.

Quanto la società o l’ambiente che la circonda influenzano il suo lavoro?

“Tantissimo, direi che sono la mia musa ispiratrice. La società in cui viviamo, le regole e le disposizioni che essa ci impone, mi hanno portato ad una serie di riflessioni che esprimo attraverso le mie opere. I nuclei centrali di queste sono: il Coraggio di difendere ed esibire la propria unicità, anche se si discosta dall’ideale della società; la Fragilità vista non come debolezza, ma valore da difendere; la valorizzazione della Resilienza e l’Accoglienza dell’Altro”.

 Il corpo è un grande protagonista delle sue opere, qual è il suo significato per lei? Cosa l’ha spinta a riflettere sul corpo e sulla sua fisicità? 

“Il corpo è ciò che usiamo per relazionarci con l’Altro. Il corpo è la parte visibile della nostra anima nascosta, che non posso riprodurre, ma che tento di esprimere attraverso il corpo. La fisicità dei corpi, i loro movimenti sinuosi, il loro aggrovigliarsi, le loro unioni alla ricerca di Equilibrio non sono semplici pose fisiche, ma movimenti dell’anima”.

Cosa la porta a scegliere un determinato accostamento di colori nelle sue opere? 

“I colori sono dettati dal momento, dal mio inconscio. Prediligo i colori della Terra, i colori luminosi e i forti contrasti”.

Qual è il messaggio che vuole trasmettere attraverso l’opera La Cura

La Cura vuole trasmettere un messaggio di speranza e fiducia nell’essere umano. Questa tela vuole essere monito e memento che l’essere umano è un animale sociale e come tale ha bisogno degli altri individui. Tale bisogno però, non deve tradursi in sfruttamento utilitaristico, ma manifestarsi in un atteggiamento di cura, rispetto e valorizzazione dell’altro. Solo proteggendo l’Altro potrò veramente proteggere me stesso”.