Diego Baldoin comincia la propria carriera come grafico pubblicitario conseguendo due premi agli inizi degli anni ‘90. Nel 2003, con le prime mostre a Milano, inizia a distinguersi come artista, prima in Italia, per poi espandersi internazionalmente attraverso l’esposizione delle proprie opere in Germania al Salzgitter-Lebenstedt nel 2007, all’Art Gemini Prize a Londra e al Factory-art di New York nel 2014. Torna poi a esporre in diverse città italiane, ricevendo vari riconoscimenti, tra i quali il Best 15 Prize del progetto ‘Feeling Different’ in occasione del Paratissima di Torino nel 2018. Con una genuinità unica anche nel campo artistico, Baldoin sfrutta le sue abilità di grafico in congiunzione con quelle di artista per rompere le convenzioni sociali e dipingere soggetti felici, vivaci, sgargianti, che sembrano prendere vita propria e estendersi al di fuori del dipinto. Fotografia, tipografia, resina invece della normale tela; Baldoin usa tecniche proprie per eseguire una forma d’arte propria.
Quali sono le ragioni che l’hanno portato ad iniziare un percorso creativo?
Fin dall’adolescenza ho sempre avuto lo stimolo ed il bisogno di creare.
La sensazione per l’opera compiuta è ciò che mi spinge continuamente.
Quando è entrato nel mondo dell’arte?
Tardi, forse a causa di una bassa autostima. Era il 2003 con le prime mostre nelle gallerie a Milano. Poi ho alternato periodi di attività ed inattività.
Da dove parte e come prende vita un suo progetto?
Una volta definito il messaggio mi procuro l’immagine che servirà da modello per il dipinto; può essere attraverso mie fotografie (creando talvolta un vero set fotografico), da frame di video o materiale video/fotografico trovato in rete.
Quanto la società o l’ambiente che la circonda influenzano il suo lavoro?
A livello inconscio sicuramente sono influenzato dall’ambiente e dalla società. Consciamente cerco di essere il più libero possibile.
Quale suo lavoro o quale aspetto di una sua opera pone meglio in evidenza la sua personalità artistica?
Non saprei quale lavoro scegliere. Alcuni aspetti evidenti penso siano il colore, molto vivace e presente; e la ricerca di una eleganza e qualità estetica del lavoro.
Quali emozioni o riflessioni si propone di trasmettere attraverso le sue opere?
La ricerca della libertà; il voler esser felici.
In alcune sue opere le immagini sono accompagnate da espressioni sintetiche. Potrebbe descrivere la scelta di accostare parole e figure?
Forse il mio background di disegnatore grafico pubblicitario ha influito su questa scelta. Ho sempre avuto una passione per il marchio, il logotipo ed i caratteri come forma di estetica sintetica.
C’è una ragione retrostante l’uso di colori luminosi e vivaci per rappresentare i soggetti delle sue opere?
Non c’è una ragione studiata. Semplicemente mi rappresentano, sono attratto dal colore forte e vivace.
Potrebbe illustrare l’idea da lei sviluppata riguardo la società contemporanea che pare trasparire dalle sue opere?
Penso il filo rosso che collega tutta la mia produzione artistica sia la ricerca per essere libero veramente e la voglia di crescere, cambiare ed essere felice.
La società condiziona la nostra vita, l’uso di stereotipi blocca lo sviluppo e rende le persone semplici strumenti di produzione del sistema.