Emma Maria Pia Carosi, originaria di Milano, svolge il suo percorso formativo presso l’atelier della pittrice bergamasca Claudia Pressato, seguito da un periodo di approfondimento delle tecniche pittoriche all’Accademia Carrara di belle arti di Bergamo. Da sempre coinvolta nell’ambito sociale ed artistico del suo territorio, nel 2008 inizierà ad esporre le proprie opere, partecipando a numerose esposizioni personali e collettive. Tramite la sua arte Carosi intende celebrare la bellezza femminile, rappresentando delle muse dagli sguardi intensi e dai volti eleganti. Il desiderio di esaltare femminilità e bellezza nasce dalla volontà dell’artista di opporsi radicalmente alla loro banalizzazione, in una società contemporanea maschilista che le vede come caratteri insidiosi e provocatori. Il persistente uso di tecniche come il collage e l’acquerello con materiali semplici come tessuto, carta e ritagli di giornale è funzionale alla volontà espressiva dell’artista. La superficie strappata, i volti occultati manifestano una violenza che l’artista vede costantemente usata contro la donna come gesto di repressione nella società contemporanea portando ad una censura, ad una perdita di identità femminile.


Dall’osservazione delle sue ultime opere, emerge la volontà di denuncia contro una realtà di subordinazione femminile. Quale spazio occupa la rabbia femminile nelle sue rappresentazioni?

Più della rabbia a seguito della subordinazione, voglio denunciare la banalizzazione della femminilità e delle sue risorse. L’omologazione alla mascolinità disattiva tutta l’energia femminile, che risulta provocatoria e insidiosa rispetto a un mondo incentrato sulle prerogative maschili.

Potrebbe descrivere la motivazione dietro la scelta della rappresentazione, in alcune sue opere, di figure femminili dallo sguardo volutamente celato?

Lo sguardo celato simboleggia la censura e il nascondimento disattivante delle potenzialità femminili operato dalla società di oggi.

In parte della sua ricerca artistica ha prediletto l’uso dell’acquerello per rappresentare la natura colta nelle sue svariate manifestazioni. Attraverso immagini in cui i colori sembrano contemporaneamente essere in fusione e in contrasto, qual è l’idea di natura che vuole far conoscere all’osservatore?

Attraverso i colori acquarellati, vorrei far conoscere all’osservatore la magia, l’infinita poesia e l’armonia che sottintendono alla natura e che essa manda in scena ogni giorno per chi sa guardare.

Potrebbe introdurci l’idea del corpo femminile descritto mediante la serie di acquerelli incentrati sulla raffigurazione di soggetti danzanti?

Per me il corpo femminile è la quintessenza della sublime eleganza e armonia delle forme, indipendentemente dallo stereotipo della bellezza odierno. Chi meglio di una danzatrice esprime e mette in scena l’armonia e la bellezza delle forme? La musica accompagna e rende possibile l’accensione dei riflettori sulla bellezza del corpo umano.

Sia i suoi ultimi disegni incentrati sulla riproduzione di volti femminili “frammentati” da pagine di giornale, sia la serie di acquerelli raffiguranti corpi danzanti, sembrano permettere alla donna, protagonista figurativa, di manifestare una propria voce. Nel corso della  sua esperienza artistica, com’è cambiata la sua percezione della figura femminile?

La mia percezione della figura femminile durante il mio percorso artistico si è man mano incentrata sulla ricerca della Bellezza, un concetto di bellezza scevra da stereotipi e mode, che tende al recupero degli ideali di proporzione armonica che hanno animato l’arte classica nel passato.