Appassionato di fotografia fin dall’infanzia, Andrea Tomicich desidera spingersi ai limiti della rappresentazione fotografica, sperimentando nuove tecniche e tecnologie per oltrepassare i confini della visione naturale. Marca autoriale dell’artista è l’uso della fotografia ad infrarossi che, ampliando lo spettro di luce visibile, conduce alla creazione di immagini oniriche, surreali ma che allo stesso tempo assumono un carattere scientifico legato all’uso di tecnologie innovative. L’artista intraprende così una ricerca, un’esplorazione delle possibilità espressive dell’immagine attraverso lo studio della visione e le potenzialità della scienza, allo scopo di rendere la fotografia una intima connessione, un ponte tra autore e spettatore.
La metodica attenzione al dettaglio, la precisa cura nella trasmissione di un preciso messaggio visivo che superi il linguaggio verbale, l’esaltazione della bellezza e dell’incanto per il mondo naturale vengono così a creare nelle visioni di Andrea Tomicich una profonda esperienza emotiva, distillata in un’immagine avulsa dalla dimensione del tempo, frammento di un passato che perdura nel futuro.
Attraverso le sue opere narra al fruitore un approccio alla realtà che lo discosta dal proprio comune
L’origine di tutto questo sta alla base di una mia passione personale della ricerca di alcuni punti di interesse che mi
punto di vista, può spiegarci da dove si origina questa ricerca?
hanno da sempre affascinato e stupito. Primo fra tutti, quello dell’esplorazione e della sfida ai limiti della percezione umana e di come essa sia influenzata dalla luce e dalle radiazioni non visibili, come quelle dell’infrarosso. Questa ricerca mi ha portato a scoperte sorprendenti sulla natura della visione umana e sul modo in cui percepiamo il mondo e mi ha portato a una maggiore consapevolezza delle numerose dimensioni e realtà nascoste intorno a noi. Un altro punto affascinante è la ricerca dell’unicità visiva e della bellezza dell’insolito in quanto le immagini all’infrarosso si discostano da quella che è la realtà visiva e regalano paesaggi e soggetti familiari sotto una luce completamente diversa, trasformandole in immagini surreali che evocano atmosfere suggestive e misteriose. Ultimo ma non meno importante è l’espressione emotiva, concettuale e spirituale che questo tipo di tecnica mi permette di esplorare. L’uso della fotografia ad infrarossi è, per me, un mezzo per trasmettere concetti di trasformazione, dualità o connessione tra l’uomo e la natura ma anche quella di creare un’atmosfera emotiva particolare o di trasmettere un senso di meraviglia e incanto attraverso le immagini esplorando stati d’animo, concetti astratti come quello dell’anima o della vita o ancora tematiche specifiche attraverso immagini che evocano atmosfere suggestive e misteriose. In definitiva, è la ricerca di un approccio differente alla “realtà” così come noi la percepiamo. Attraverso queste opere fotografiche, che nascono da una combinazione di curiosità intellettuale, desiderio di esplorazione estetica e sensoriale, ricerca della bellezza nell’insolito c’è la volontà di creare qualcosa di nuovo e trasmettere un’esperienza visiva che stimola la riflessione e l’immaginazione del fruitore.
La sua esperienza artistica come fotografo ha influenzato il suo sguardo sulla realtà circostante, intesa come natura e i diversi aspetti della vita quotidiana e sociale?
Sì, l’esperienza artistica come fotografo, fin dagli inizi, ha influenzato in maniera significativa il modo in cui guardo alla realtà circostante, inclusa la natura e gli aspetti della vita quotidiana e sociale. Fotografare, per me, non significa solo scattare una foto ma significa osservare, vedere, capire, ascoltare, aspettare, percepire, immaginare e alla fine riuscire a mettere insieme tutte queste cose in una o più immagini che rappresentino ciò che quel particolare momento ha rappresentato per me ed il sentimento che mi ha trasmesso. Fotografare mi ha permesso di sviluppare uno sguardo più profondo, sensibile e critico sulla realtà circostante nonché alla luce, al colore, all’emozione e alla trasformazione. In particolare, fotografare all’infrarosso mi ha permesso di sviluppare una maggiore sensibilità ai dettagli che possono essere nascosti sotto ai nostri occhi oppure fornirmi una visione alternativa della natura, dove il verde diventa bianco e il cielo può assumere tonalità insolite. Questa prospettiva differente mi spinge a considerare la natura e le persone che ci circondano in modo diverso, evidenziando la bellezza e la complessità di aspetti che solitamente sono trascurati nella visione quotidiana.
Che ruolo assume il tempo nelle sue fotografie?
Fin da sempre, per me, il fascino particolare della fotografia è stato quello di “catturare” un momento, un attimo solo, un’istante unico che sopravvive nel tempo e che sperabilmente sopravviverà a noi stessi. Nella fotografia il tempo diventa nullo, un solo breve istante, il frammento di una vita. Ma proprio per questo diventa eterno. Il flusso inarrestabile del tempo si ferma e diventa immortale, capace di preservare per sempre il ricordo di ciò che è stato. Ogni volta che osserviamo una fotografia, ci troviamo di fronte a un’opportunità di rivivere quei momenti, di connetterci con il passato in un’esperienza che sembra sfidare il corso naturale del tempo. Mentre la vita umana è segnata dalla sua linearità e fugacità, una fotografia offre una sorta di rottura in questo flusso temporale, consentendo al passato di vivere nel presente e di essere rivissuto nel futuro. Così, ogni volta che osserviamo una foto, entriamo in contatto con un frammento di tempo che continua a esistere, immutato dalla sua creazione.
Quali sono le ragioni che l’hanno portata ad iniziare un percorso creativo?
Non ricordo particolari ragioni o motivi che mi hanno spinto a iniziare un percorso creativo, forse non sono mai esistiti o forse ancora sono sempre stati presenti nel mia persona fin dall’inizio. Sicuramente la passione per l’arte visiva e la capacità di catturare momenti significativi della vita mi ha sempre affascinato, almeno nella mia memoria, fin da quando, ancora bambino, guardavo affascinato le foto fatte da mio nonno ancora in epoche molto remote. La fotografia mi offre un modo unico per esprimere emozioni, concetti e storie attraverso l’immagine e di esprimere me stesso e le mie visioni del mondo; è un percorso di continua sfida e apprendimento, che mi permette di esplorare nuove prospettive, come per esempio quella dell’infrarosso e di evolvermi sia come “artista” che come individuo. Probabilmente una delle ragioni è che attraverso le immagini, posso comunicare emozioni, concetti e storie in modo potente e universale, trasmettendo un messaggio che va oltre le parole e che anzi non necessita di parole. Il desiderio di migliorare costantemente le mie abilità tecniche e creative mi spinge a continuare a esplorare nuove tecniche, stili e soggetti. La fotografia è un percorso di crescita continua, che mi offre l’opportunità di imparare, sperimentare e evolvermi come artista. Ogni nuovo progetto o fotografia non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Infine, la capacità di connettersi con gli altri attraverso le mie immagini e di suscitare emozioni e riflessioni nei miei spettatori è una delle sfide più gratificanti e motivanti del mio lavoro. La fotografia mi consente di creare un ponte tra me stesso e il pubblico, di condividere le mie esperienze e la mia visione del mondo in modo autentico, differente e significativo.
Quando è entrato nel mondo dell’arte?
È difficile identificare un preciso momento in cui sono entrato nel mondo dell’arte, in quanto è stato un processo graduale e continuo nel corso della mia vita. Fin da giovane, ho sviluppato un interesse per l’arte e la fotografia in particolare, ma è stato nel momento in cui ho iniziato a dedicare tempo e impegno alla pratica fotografica, anche attraverso l’incontro con altri artisti e fotografi che mi hanno ispirato e influenzato, che ho veramente cominciato a considerarmi parte di un qualcosa di diverso, qualcosa di più complesso ed elevato, qualcosa che si possa considerare “più artistico”. Fin dall’inizio della mia esperienza con la fotografia, ho cercato di andare oltre la semplice documentazione di eventi o scene, concentrandomi piuttosto sull’espressione creativa e sulla comunicazione di emozioni e concetti attraverso le mie immagini. Quando ho cominciato a mettere in discussione le convenzioni e a esplorare nuove tecniche e stili, come quello dell’infrarosso o della fotografia astronomica, ho sentito di entrare veramente nel mondo dell’arte. È stato un viaggio di scoperta personale e di esplorazione che continua ancora oggi, poiché cerco sempre di ampliare i miei orizzonti artistici e di creare immagini che rispecchino sempre più fedelmente la mia visione unica del mondo.
Da dove parte e come prende vita un suo progetto?
Difficile rispondere. A volte le idee di un nuovo progetto partono da un’idea che mi viene in mente all’improvviso, spesso dettata da un’emozione che provo in un determinato momento, una storia che desidero raccontare o semplicemente uno stimolo visivo che mi colpisce. Questa fonte di ispirazione può provenire da qualsiasi cosa: un libro che leggo, una conversazione che tengo, un viaggio che faccio o anche solo osservando il mondo e le persone intorno a me. Una volta che ho individuato un progetto che decido di voler realizzare, lascio che questo resti nella mia mente, quasi come se fermentasse cercando l’ispirazione, la fantasia e che tutti i dettagli che voglio rappresentare si presentino. A volte passa anche abbastanza tempo tra quando ho l’idea e quando inizio a sviluppare nella pratica il progetto. Definisco gli obiettivi che voglio raggiungere, il messaggio che desidero comunicare e il modo in cui voglio comunicarlo e scelgo il tipo di immagini che voglio creare. Questo coinvolge la ricerca di riferimenti visivi, lo sviluppo di uno storyboard o di un piano di lavoro e la pianificazione pratica delle sessioni fotografiche e dei singoli scatti. Durante l’esecuzione del progetto comunque, mi piace mantenere un approccio flessibile e adattabile. Spesso le idee iniziali si evolvono mentre lavoro sul campo oppure a volte le situazioni che mi si presentano davanti sono anche migliori di quanto le avessi progettate e quindi faccio cambiamenti nel corso del processo creativo. La revisione delle immagini è per me un processo molto importante, non tanto per la post produzione, che di solito si limita a poco o nulla, ma in particolare per l’analisi di ogni particolare e altri elementi visivi contenuti nella foto. Cerco sempre che tutti i particolari siano all’altezza di comunicare efficacemente il messaggio o l’emozione che ho inteso realizzare con il mio lavoro.
Quanto la società o l’ambiente che la circonda influenzano il suo lavoro?
Mi sono spesso posto questa domanda. Sinceramente non saprei rispondere con precisione. Inevitabilmente, anche se a volte non consapevolmente, una certa influenza c’è, dato che come fotografo, cerco di cogliere e interpretare il mondo che mi circonda attraverso la fotografia. Talvolta la società, la cultura e l’ambiente circostante mi forniscono spunti per esplorare tematiche e questioni significative ma altre volte, forse la maggior parte delle volte, l’idea parte da qualcosa di più intimo, come un sentimento, un ricordo, un’emozione, un particolare luogo o paesaggio o più semplicemente ancora, attraverso il divertimento nello sperimentare una nuova tecnica. In generale, non credo che i miei lavori siano fortemente influenzati dalla società o dall’ambiente in quanto, come detto precedentemente, seguo molto il mio istinto e la mia fonte di ispirazione sono le emozioni e i sentimenti che tutto sommato sono una costante umana.
Quale suo lavoro o quale aspetto di una sua opera pone meglio in evidenza la sua personalità
La fotografia, come tutto il resto dell’arte, è molto personale sia nella percezione che nell’interpretazione di ciò che l’osservatore vede e assimila in ogni singola fotografia. Tuttavia, credo che uno degli aspetti che meglio evidenzia la mia personalità artistica potrebbe essere lo stile fotografico che utilizzo con maggior frequenza che è quello della fotografia ad infrarosso. Questo tipo di fotografia riflette personalità attraverso la mia visione estetica unica, particolare, surreale ma allo stesso tempo ricca di particolari e dettagli quasi onirici. I soggetti, siano essi persone o paesaggi, trasmettono serenità e dolcezza, il tutto avvolto in un qualcosa di mistico e quasi fiabesco.
artistica?
Quali emozioni o riflessioni si propone di trasmettere attraverso le sue opere?
Attraverso le mie opere fotografiche, cerco di trasmettere una vasta gamma di emozioni e riflessioni, dipendenti dal contesto e dall’intento del progetto specifico che sto realizzando. Tuttavia, ci sono alcuni temi che cerco spesso di esplorare e comunicare attraverso le mie fotografie. Uno di questi è sicuramente l’emozione ed i sentimenti. Cerco di trasmettere, o almeno tento di farlo, una vasta gamma di emozioni che possono risuonare con gli spettatori in modi diversi stimolando la riflessione e la consapevolezza e incoraggiando gli stessi a pensare più a fondo su temi che ritengo importanti e a considerarne le diverse prospettive anche attraverso tecniche che l’occhio non è in grado di vedere come quella dell’infrarosso. Allo stesso tempo, mi propongo di celebrare la bellezza e la diversità del mondo che ci circonda. Cerco di catturare la magia e la meraviglia della natura, la complessità delle relazioni umane o qualsiasi altra forma di bellezza che incontri nel mio percorso. Cerco anche di creare connessioni. Vorrei che le mie fotografie fungessero da ponte tra me come fotografo, gli spettatori e l’opera, creando un senso di comunione e comprensione condivisa attraverso l’arte visiva. In definitiva, le mie fotografie sono un modo per esprimere e condividere le mie emozioni, le mie esperienze e le mie riflessioni con il mondo, sperando di creare un’esperienza emotiva e significativa per gli spettatori.